domingo, mayo 28, 2006


Cumana - 28/05/2006 - Ore 15.48
Di ritorno da una notte a Isla de Arapito; amaca tra due palme, mare piatto, granchi, stelle fresco, sabbia, sigarette, zarse, un bel linro, iguana, i mille rumore della foresta alle nostre spalle, un ottimo pesce attende di essere digerito, il "silenzio". Mi guardo dall'esterno e mi rendo conto di essere nel mezzo di una definizione, quella di paradiso. Provo a leggere tale definizione con gli occhiali che porto tra cuore e cervello e in questo modo aggiungo una nota di inquietudine alla voce di questo immaginario dizionario. Un'inquietudine che mi regala un senso di pace, su queste sabbie e in questi mari sto scaricando tensioni vecchie di anni, sto imparando a pensare senza lasciarmi distrarre dalla paura di farlo, liberando la mente da tutti quei diversivi che occupano i nostri pensieri per intere giornate e che ci fanno pensare senza farlo davvero. Il primo mese di viaggio e' servito a farmi valorizzare la liberta' che ho acquistato insieme al biglietto aereo, le spiagge delle ultime settimane ad aprire dei canali che supponevo sigillati. L'onda di piena che mi ha travolto non appena li ho socchiusi e' la responsabile di entrambe, pace ed inquietudine che sulla carta sembrano inconciliabili ma sulla spiaggia si fondono con l'amaca, le palme, il mare, i granchi, le stelle, il fresco, la sabbia, le sigarette e le zarse, il libro, le iguana, i rumori della foresta, i pesci ed il "silenzio", entrando a far parte della mia nuova definizione di paradiso. Sento che e' tempo di andare a ficcarsi nel delirio della natura, di muoversi, di viaggiare con dalla mia parte un equilibrio forse precario ma davvero un equilibrio. Vado a sud, verso il rio, prendo una barca, mi piazzo su un amaca e navigo fino al peru'. Stephan probabile compagno di viaggio. Ma non prima di qualche giorno ancora di queste meravigliose spiagge.
Hasta la proxima playa