lunes, mayo 29, 2006


Rio Caribe - 29/05/2006 - Ore 15.35 Gli ultimi giorni sono stati giorni di scarso feeling con la gente di Venezuela. Man mano che procedo verso est, il paesaggio si fa piu' selvaggio, i servizi piu' scarsi, i turisti piu' assenti. veniamo guardati come degli alieni, ma non e' quello sguardo colmo di curiosita' che vedevo nei volti degli indiani, per esempio, e' piuttosto uno sguardo di scherno e di commiserazione; innumerevoli sono le volte in cui, attendendo un bus o che so io, veniamo indicati dalla ragazzina di turno che prontamente inizia a sghignazzare con il suo branco di amici. O innumerevoli sono le volte che il macho della situazione ci grida qualcosa di incomprensibile dall'interno della sua Uno turbo intammarrita fino al midollo per poi scoppiare in una sonora risata. La teoria piu' popolare tra i viaggiatori che tutti confermano questo tipo di atteggiamento e' che sia una sorta di difesa. Insieme al cattolicesimo, il denaro e' la religione principale di questo paese; piu' sei ricco e piu' vali, piu' sei ricco, piu' devi esibire. Noi viaggiatori infrangiamo questa regola, esibiamo il meno possibile, puzziamo (oggi particolarmente) e siamo sporchi. Pero' siamo ricchi e questo provoca nei giovani autoctoni sentimenti di gelosia che credo sfoghino deridendo la nostra "semplicita'". I Venezuelani in generale non sono molto amichevoli, o meglio ci sono tantissime persone davvero gentili, amichevoli, curiose e adorabili ma e' altrettanto vero che il numero delle persone odiose e' molto alto, e la naturale propensione dell'uomo a vedere solo il punto nero sul foglio bianco fa si che il sentimento generale sia di moderata antipatia. Credo di poter dividere la popolazione in due categorie: le persone con cui il turista deve avere necessariamente a che fare e tutte le altre. Il primo gruppo (cassiere alla stazione dei bus, camerieri, gestore di ristoranti, signore delle pulizie degli ostelli, gestori delle posadas, proprietari di internet cafe', conducenti di autobus, negozianti, taxisti...) in genere e' composto da pezzi di merda ovviamente con delle importanti eccezioni. La situazione in genere e' la seguente: il viaggiatore con il suo enorme zaino si presenta allo sportello informativo della stazione per chiedere da che banchina parte il suo autobus. Il/la signore/a preposto a questo oneroso compito di solito alza lo sguardo per abbassarlo qualche secondo piu' tardi, e continuare le sue parole crociate o quant'altro. Il turista spiazzato aspetta qualche secondo ("magari ci sta pensando") e riprova a formulare la domanda. A questo punto, sicuramente pensando "ma sto gringo non poteva starsene a casa sua a contare i biglietti da 100$ anziche' venire a cacare il cazzo a me", biascica un numero che quasi mai il viaggiatore capisce ma di solito si accontenta e prova a recuperare l'informazione tra il secondo gruppo di persone, le quali al contrario si rivelano sempre disponibili e quasi ansiose di aiutarlo. E' sempre molto bello rivolgersi alle persone che si incontrano in strada (e pertanto del secondo gruppo), anche se hanno un piccolo difetto: proprio non ce la fanno a dirti "no" o tantomeno "non lo so". Evitare quindi domande del tipo "sono sulla strada giusta per il terminal?" perche' la risposta sara' in ogni caso "si si, tranquillo, avanti cosi!" ed evitare di chiedere ad una sola persona la quale potrebbe inventarsi tutto di sana pianta pur di darti l'impressione di averti aiutato; stamane abbiamo fatto un esperimento in proposito: Stephan chiedeva a tutte le persone che incontrava "Il bus per Rio Caribe parte dal terminal?" (risposta corretta: NO) e io domandavo da dove partisse. Camminavamo distanti in modo da non destare sospetti. Lui ha ricevuto un 100% di risposte sbagliate ("si, certo, claro...") mentre io un bel 0 % di "non lo so" ma un 40% di risposte totalmente casuali. Siamo abbastanza sicuri della buona fede di tutti. Il secondo gruppo sono anche le persone che si siedono a fianco a te in spiaggia per chiaccherare del tuo lontano paese o per sapere se te gusta il loro, sono le persone che ti offrono il poncho andino sulle montagne di Merida, sono gli innumerevoli signori che voglioni parlare di calcio con un esperto (in quanto italiano) del settore, sono i vicini sull'autobus che ti offrono una siga all'autogrill anche se hai le tue, sono le anziane signore di Arapo che ti invitano a casa loro per un caffe' e rifiutano di essere pagate...
Hasta el poder popular (slogan ufficiale di Chavez)