domingo, abril 16, 2006

Merida - 16/04/2006 - ore 18.00

Dunque eccomi giunto dalle arancioni sabbie di Santa Fe alle verdi montagne di Merida. Che dire degli ultimi due giorni... uno l'ho passato svaccato sulla spiaggia dopo aver salutato Dimitri che tornava nella sua "bella" Caracas e dopo aver fatto conoscienza con tal austriaco il cui nome non sono riuscito a capirlo (Hurtigruter e' l' approssimazione piu' vicina) e con cui ho condiviso la camera la mia terza notte a Santa Fe. Il mattino dopo di buon ora mi sveglio, bagno, colazione e parto alla volta di Caracas dove avrei dovuto passare una notte per poi tomar un bus para Merida. Le cose sono andate diversamente. Arrivato a Puerto La Cruz (solo ora mi accorgo che sta citta' si chiama "porto la croce" hihi) noto che c'e' un bus diretto per la mia destinazione. Mi informo, ci vogliono 16 ore. Mi dico che non ha senso sbattersi cosi tanto, non ho fretta vado a Caracas. Ma la Semana Santa non perdona e posti liberi per la capitale non ce ne stanno a meno che non decida di partire alle 23, arrivo a Caracas previsto alle 4 di mattina. No grazie. Opto quindi per Merida diretto. Mi informano che l'unico posto disponibile e' quello a fianco all'autista altrimenti noto come posto del morto. Accetto. Ma la Semana Santa non perdona. Mi becco in pieno il controesodo pasquale e nelle prime 4 ore di viaggio accumuliamo 4 ore di ritardo. Intanto mi godo i vantaggi del posto del morto: vedo il panorama, non congelo perche' quella merda dell'autista tiene la zona pubblica a 17 gradi mentre la sua (e mia) cabina a 24, scambio due parole con una simpatica obesa che ha accettato di viaggiare in piedi. Con il calar della notte il traffico assume condizioni normali e viaggiamo spediti (pure troppo, memorabile l'autista maestro nella tecnica del doppio sorpasso, consistente nel superare un auto che sta a sua volta superando) senonche' la nostra strada e' sbarrata dall'esercito. Non e' il solito posto di blocco ma i militari in questioni ci dicono che e' crollato un ponte e che dobbiamo tornare indietro. Perse non so quante ore. Infine, a 3 (3!!!) km da Merida, il bus si ferma e non vuole ripartire. Si e' rotto i coglioni anche lui. Dopo aver spiegato al mezzo che poco manca all'arrivo, decide di ripartire e infine, dopo 26 ore di viaggio, giungo dove mi trovo. Ne esco a pezzi nel fisico e nel morale. Nota positiva, conosco Yan, tedesco di Frankfurt che studia Scienze Politche a Merida. Prendiamo un bus per il centro, scambio dei numeri e volo all'ostello. Molto carino nelle zone comuni (uno dei migliori che abbia mai visto) anche se la mia stanza somiglia a una cella con i muri arancioni. La citta' mi sorprende per la sua atmosfera familiare e per l'assoluta tranquillita'. Tipicamente coloniale, ricorda San Cristobal de las casas per chi c'e' stato con un tocco di Zapatismo in meno e un pizzico di America in piu'. Marciapiedi alti mezzo metro, giardino nella centralissima piazza Bolivar. Tutte le piazze centrali di tutte le citta' del venezuela si chiamano Plaza Bolivar. Tale onore e' dovuto al fatto che nel 1812 Simon Bolivar si e' messo con gli inglesi per cacciare gli spagnoli fondando cosi' l'odierna Republica Bolivariana de Venezuela. I soldi si chiamano bolivares. Non c'e' dubbio dunque su chi guidi la hit parade degli eroi nazionali.

Mi sono dilungato abbastanza, Buona Pasqua a todos,

Hasta mañana