martes, abril 25, 2006


Merida - 25/04/2006 Adios a los Facistos Ore- 20.30 Buona Liberazione a Tutti. Questa mattina e' iniziata con un tocco di Oriente. Esco per fare colazione alla panaderia Roma (gestita da Italiani, usano vero prosciutto) ed e' li' che incontro un signora, sulla quarantina, che nota il mio braccialetto indiano. Lui e' venezuelano ma come lavoro fa la spola tra l'India e casa per vendere oggetti vari. Parliamo un pochino e dopo veramente poco, mi da un libro del suo maestro indiano intimandomi a leggerlo perche' non ci siamo incontrati per caso e io sono venuto a lui e quindi al suo maestro e quest'ultimo e' venuto a me tramite lui. Gli prometto che gli daro' un occhiata. Mi sono accorto che ancora non vi ho parlato della citta'. Beccatevi dunque il polpettone. Merida fu fondata nel lontano 1558 da uno spagnolo di nome Juan Rodriguez Suarez che pero' si autoinvesti' del diritto di farlo, pur non avendo una regolare autorizzazione reale. Quando il re venne a saperlo, diede ordine di catturare l'impostore e di processarlo. Cosi' fu e il nostro fondatore fu condannato a essere trascinato dal suo cavallo per la citta' finche' non fosse passato a miglior vita. Con l'aiuto di un vescoovo locale, riusci' a scappare prima che la condanna fosse messa in atto e riusci a trovare asilo nell'attuale Colombia, diventando di fatto il primo rifugiato politico del nuovo mondo. Merida dunque era una citta' illegittimamente nata ma nel 1560 tal Juan de Maldonado rifondo' la citta' gia' fondata, questa volta con tanto di autorizzazione. Quando si dice l'importanza del pezzo di carta. Ma la storia batte la burocrazia e oggigiorno la fondazione della citta' riconosciuta e' quella del nostro sfortunato eroe iniziale. La citta' si trova nella parte centrale delle Ande Venezuelane tra la Sierra Nevada de Merida e la Sierra de la Culata, due catene montuose che sembrano abbracciarla. Altitudine 1600 metri. Attraversata dal rio el Chama. Nei dintorni due parchi nazionali e circa 200 laghi. Clima dal fresco al caldino. Merida e' il luogo ideale per un torinese privo di senso dell'orientamento: tutte le vie sono parallele o perpendicolari numerate da 1 a 26 sull'asse nord-sud (calles) e da 1 a 8 sull'asse est-ovest (avenidas). Al centro del reticolo l'immancabile Plaza Bolivar, centro vitale e geografico della citta' e dei suoi 300000 mila abitanti dei quali circa il 25% sono studenti alla prestigiosa Universidad de las Andes che viene definita "el pulpo" de la ciudad, dal momento che si dubita che esista una sola famiglia di Merida in cui almeno un componente abbia a che fare con l'universita' (di cui potete vedere la facolta' di Storia nella foto in alto a sinistra). Nelle altre foto potete vedere la mia via preferita (via dei pittori) e l'ingresso di una facolta' che non sono riuscito a capire quale sia ma e' dove il lunedi' sera dando film per intellettuali di sinistra sottotitolati in inglese.
La vita notturna e' molto ricca potendo contare su piu' locali di qualsiasi altra localita' in Venezuela ad eccezione della capitale. Cosa molto importante si trovano anche locali dove la musica non e' il solito mix di raeggeton-salsa-canzonestrappalacrimecolombiana. Prezzi: birra 30 cents (la piccola, la media non esiste, se no se calienta) cuba libre un euro e 20, la bumba (misto di 17 liquori diversi na mazzata imbevibile) 1 euro e 50.
Insieme a Los Roques e al Salto Angel e' la principale localita' turistica del paese anche se per ora di turisti manco l'ombra. Se i turisti ci fossero troverebbero un infinita serie di attivita' all'aperto da fare, milioni di km di camminate, arrampicata sportiva, parapendio, rafting, canyoning, birdwatching, drinkasmuchasyoucaning per citare solo le principali. Ok se volevate una guida ve la compravate indi passo e chiudo.
Hasta mañana

1 Comments:

At 2:11 p. m., Blogger theTraveller said...

Dunque prima dell'illegittimo fondatore Merida non esisteva indi niuno governava. Nella regione pero' esistevano varie comunita' indigene che si facevano i cazzacci loro fino all arrivo degli spagnoli. Purtroppo non si hanno grandi notizie su di loro in quanto non avevano un alfabeto o una forma di scrittura. Se la vivevano tranquilla, questo e' certo.
Per Lorenzo...se Parigi non e' la Francia, Caracas non e' il Venezuela. La situazione e' molto diversa nella capitale. Piu che in una dittatura ho l impressione di vivere in uno stato poliziesco in cui si ha molta paura della criminalita', si sprangano le porte e ci si guarda in giro...attorniati ma milioni di sbirri...Giornali locali...leggo ogni tanto "El Tiempo" o "La Nacion" che sono i giornali che comprano i coinquilini... sinistroidi, mi sembrano abbastanza liberi, non risparmiano critiche al Chavez nazionale...ma ovviamente un paese per definirsi davvero liberale ha bisogno di un bondi che dica che tutti gli altri imbavagliano qualsiasi cosa.... A presto

 

Publicar un comentario

<< Home