sábado, abril 29, 2006


Merida - 29/04/2006 Ore 20.00
Ieri sera, come prevedibile e giusto che fosse, serata impegnativa. Dopo lezione, subito un sostenuto aperitivo a base di cervezas e stomaci vuoti di cui la foto qui accanto; in ordine da sinistra Andrew, il canadese che credevo si chiamasse Greg e mio compagno di canyoning lunedi, Baas, il piu' volte citato fidanzato di Analuz che gli siede accanto, e infine annie, belga, insegnante volontaria di inglese ai bimbi che frequentano la mia stessa scuola. Tornato a casa un poco barcollante, mi infogno nel complicato compito di preparare la cena per Nicolas (ufficialmente diventato il mio fornitore....) e Sara, cercando di tenere alto il nome della cucina italiana e di non fare figure di merda dopo che avevo mosso sottili critiche al loro piatto di pasta e ketchup di ieri. Conscio dei limiti in cui l'alcool mi ha costretto opto' per la semplicita: pasta sugo e tonno. Stupefatti rimasero. Inizio serata in un localino jazz con tanto di musica viva cerca de mi casa. Il tempo di un cocktail (margarita per me, mai l'avevo assaggiato e mai piu' lo faro') e di rendersi conto che per una festa di compleanno l'atmosfera e' decisamente troppo tranquilla, ed eccoci catapultati nel delirio del Ojo del Queque un locale che ricorda Giancarlo, sia come ambiente sia come musica; quasi tutta la scuola e' li. Ho chiaramente perso il conto di quante consumazioni ho preso (ricordi un po' annebbiati, ma ho il deejavu di mille persone che mi ficcano roba da bere in mano...). Chiuso che fu el Ojo (da giancarlo differisce per il fatto che viene considerato il primo locale della serata, non l'ultimo) ci spostiamo al Cafe' Calypso, locale con musica elettronica non vi so dire se buona o cattiva, gia' e' tanto se ho notato che tipo di musica c'era.. Dopodiche' si salta al mattino, prima domanda nel mio letto stamane "ma come minchia ci sono arrivato a casa?" poi e' apparsa nella mia mente la figura del taxista e tutto e' stato piu' chiaro.Entrando nell'internet cafe' ho visto una delle tante auto mega tama e quindi ho pensato di scrivervi due cose sul mondo dei motori venezuelano. La storia nazionale delle auto si puo' dire inizi con l'elezione dell'attuale presidente Chavez anno 1998. Prima di tale data le auto private erano una rarita' e di base i catorci che si vedono oggigiorno risalgono a quell'epoca, soprattutto vecchie Chevrolet e vecchie Fiat (si noti nella foto a destra una stupenda 128, credo). Que paso' dunque con l'elezione di Chavez: semplicemnete la base della sua politica populista fu quella di dare prestiti a tutti, anche se le garanzie di ritorno erano molto basse. Risultato: un'esplosione di auto, cellulari, case, oggetti inutili e vestiti modaiol-tamarri. La domanda che tutti qui sembrano voler ignorare e' "che succedera' quando tali prestiti andranno restituiti?". Nessuno lo sa, ma tanti non hanno un bel presentimento. Con i suddetti prestiti dunque ci si compra l'auto ma la benzina come la paghiamo? Praticamente la benzina e' gratis in Venezuela, terzo produttore mondiale di petrolio, entro due anni viene data per sicuro l'ascesa al gradino piu' alto del podio, staccando nettamente la patria di Osama. un litro di carburante costa circa 7 centesimi di euro, un pieno per una macchina di media cilindrata intacchera' ben poco il vostro budget. A questo punto il giovane venezuelano tipo si chiede "se mi hanno dato un sacco di soldi per comprarmi el carro me ne daranno altri per renderlo il piu' tama possibile". Cosi' e'. Le strade sono sommerse di Uno Turbo con un impianto stereo da miliardi di watt, un numero indefinito di marmitte, luci, disegni antenne e tutto cio' che un 18 di periferia torinese potrebbe desiderare. Le mitiche Uno Turbo, pur essendo tra le piu' adatte a farsi intamarrire, non sono le uniche auto in circolazione. Mille auto giapponesi e meno Ford di quello che ci si poptrebbe aspettare. Una particolarita' del mondo a quattro ruote e' che tantissime auto hanno il lunotto posteriore pieno di scritte bianche in cui si scrivono varie cose, ma il fine di tali scritte mi e' ancora in gran parte oscuro. Le due ruote praticamente non esistono, se si esclude la Honda gialla che tanto mi ricorda quella di un amico, parcheggiata nel garage del mio condominio.Direi che di nuovo mi sono dilungato, entonces chiudo qua.
Hasta luego