domingo, abril 30, 2006


Merida - 30/04/2006 Ore - 18.01
Giornata di ieri passata piu' che altro a cercare di rimanere in piedi (puta resaca), dormire, e vagliare le varie proposte per il canyoning di lunedi; serata un pochino piu' movimentata: mi trovo con Andrew intorno alle dieci alla Plaza Bolivares e decidiamo il da farsi. Optiamo per il Birosca della scorsa settimana, senza sapere che il sudetto locale il sabato sera raccoglie un ambiente non dissimile da quello di una discoteca torinese la domenica pomeriggio. Ufficialmente i minorenni non possono entrare nei club, ma la diffusione di documenti falsi tra gli adolescenti e' epidemica, facilitata dal fatto che anche io sarei in grado di riprodurre una carta di identita' locale. Sembra una tessera di blockbuster stampàta su un solo lato con al posto della firma dell'impiegato che la emette una bella e infalsificabile ics. Ben presto quindi cambiamo locale, e ci dirigiamo a La Cucaracha, senza sapere che il sudetto locale e' il mio fighetto e modaiolo della citta' (entrata 6 euro che pero' vengono restituiti in drinks (alias 3 cuba libre per esempio..)). Ambientazione incredibile: appese a delle corde sopra le teste dei ballanti mille auto di formula uno, da rally, moto, scooter, biciclette, praticamente quasi ogni mezzo che abbia le ruote (volevo proporre al proprietario di appendere un motoricchione indiano poi ho soprasseduto...). musica dall'orribile all'imballabile passando per la salsa che non e' affatto orribile ma sicuramente imballabile per un uomo coordinato e sensuale come il sottoscritto. Ore due alla maison, non prima di essermi divorato un perro caliente (si proprio cosi', l hot dog viene tradotto..) ovviamente da un porcaro locale che come potrete immaginare non era impeccabile in quanto a igiene. Andrew mi fa scassare dal ridere, canadese, lavora per una compagnia petrolifera ed e' in venezuela da quasi due anni, a Maracaibo. E' un incredibile via di mezzo tra un gringo e un no global. Sua la frase ieri sera, dopo due minuti di silenzio e una tettona passataci davanti "God bless the sylicon". Oggi giornata attiva sebbene sia riuscito a uscire di casa solo per pranzo. Mangiata che ebbi una succulenta Arepa de carne mi dirigo verso l'ingresso del piu' volte citato Teleferico. A lato di questo parte una scalinata immersa in una folta vegetazione (partenza della scalinata prima foto a sin.) che discende tutta la vallata che si estende ai piedi della citta'. Qui incontro William un venezuelano che sembra voler fare la strada con me. Mi dice che e' pericoloso andare da solo perche' la scala e' un po' isolata. Lui invece e' un tipo stra tranquillo. Cicatrici su tutta la testa, davvero lercio, mi dice che gli sono morti i genitori quando aveva 10 anni e che da allora vive per la strada e che ovviamente oggi non aveva mangiato. Mi accompagna fino alla strada sull'altro lato della valle, mi scrocca una siga e gli regalo un euro senza che me lo chiedesse. Mi ritrovo su una strada che attraversa mille minuscoli micro paesini senza nome abitati da gente cordialissima che mi saluta calorosamente; sensazione di immobilita', i vecchi stanno seduti in silenzio sui balconi, giovini bevono qualche birra, bambini si scambiano figurine. E tanto silenzio. Casette colorate spuntano da una flora che sembra volerle divorare cosi' come piccole abitazione di lamiera sorgono nei pressi del fiume. Cammino quasi un oretta passando di pueblo in pueblo, poi mi fermo a fumare una siga e qui incontro Edoardo, un ragazzino dicassettenne che si mette a parlarmi di politica e della situazione internazionale. In confronto a lui Diliberto e' un democristiano e Bertinotti uno squadrista. Mi lascia il numero di telefono di casa sua se per caso lo volessi come guida per andare in montagna. Dopo aver bevuto un caffe' a casa sua mi rimetto sulla strada, aspetto un bus e faccio ritono in citta'.Domani canyoning, entonces hasta mañana.