jueves, mayo 04, 2006

Cayo Sur

Tucacas - 04/05/2006 - Ore 18.42 Tra le mie parole spagnole preferite entra di forza "bucear" ovvero "fare
immersioni", e l'attivita' in se' entra di forza tra le cose piu divertenti che abbia
mai fatto. Sveglia militare alle 7.45 perche' alle 8 prima lezione di teoria, il cui
scopo e' principalmente farti cacare sotto, in modo tale che ti entri in testa che
non si possono fare cazzate. La prima ora e' tutto un parlare di embolie, enfisemi,
intossicazioni da ossigeno, bolle d'aria, paralisi, camere di decompressione a 8 ore
di viaggio ecc. ecc. Di base sono due le cose fondamentali per le quali si rischia
davvero, per lo meno alle minori profondita': la regolazione della pressione nelle
orecchie (alias tapparsi il naso e soffiare con le narici) e l'espansione
dell'ossigeno nei polmoni quando si risale (alias salire sempre continuando a
respirare). Mentre io cerco di non farmi scappare questi due principi dalla mente,
Andre' (quello della posada nonche' istruttore di buceo) porta me e la sua barca
verso un paradisiaco posto chiamato Cayo Sur. In parole povere una minuscola isola
disabitata, circondata da una barriera corallina in cui vivono diverse migliaia di
pesci. Poco distante Cayo Chiquito, che risponde alle stesse caratteristiche. Breve
spiegazione sull'equipaggiamento, un paio di esercizi dove si tocca e poi giu, dove
di sicuro non osano le aquile. 38 minuti dura la prima immersione. E assicuro che e'
emozionante non uscire mai dall'acqua per cosi' tanto tempo. 38 minuti di colori,
viola, violetto, violino, lilla, rosa, fucsia, rosso, rossofuoco, giallo, giallino,
ocra, oro, verde, verdastro, verde acqua, azzurro, celeste, blu, e tutte le sfumature
intermedie. Una muraglia di coralli alta 15 metri (ovvero la profondita' max
raggiunta oggi) da cui spuntano centinaia di creature che si confondono o si
distinguono con la barriera a seconda del carattere piu' o meno estroverso. Esseri
piccoli qualche centimetro appena ed altri che superano il metro. Primo incontro
ravvicinato un cavalluccio marino, che tenero, uscito direttamente da "La Sirenetta".
Secondo e principale incontro della giornata sottomarina una tartaruga ENORME che
tranquilla se la vaga senza meta nel blu dipinto di blu. E' tutto un guardarsi attorno o inseguire un pesciolino, questa volta quasi ad armi pari. E poi un'aragosta si affaccia timidissima sull'uscio della sua caverna ma subito si ritira non appena mi vede probabilmente leggendo nel mio sguardo propositi culinari. Tutti i miei sensi erano talmente occupati a meravigliarsi che non ho mai provato l'ansia che mi aspettavo. 38 minuti volano. Pranzo sulla barca e riposino sulla spiaggia di cui la foto. Dopodiche' otro buceo e otra meraviglia. 40 minuti dopo mi sto togliendo l'ingombrante attrezzatura e sbevazzando una birra torniamo verso la civilta'.Hasta mañana