miércoles, mayo 10, 2006


Merida - 10/05/2006 - Ore 19.42
Un mese fa lasciavo la madrepatria per venirmi a infognare nel delirio venezuelano. Potrebbe essere un momento buono per tirare le somme di questo inizio. Potrebbe anche non esserlo, ma io sono il capo del blog, quindi decido io. Quest'ultima cazzata in realta' rivela molto del mio stato d'animo. Io sono il capo. E' questo il pensiero che piu' mi sta facendo gustare questo pezzo di vita cosi' lontano da casa. Non si e' quasi mai totalmente liberi. Mille giudizi, mille aspettative, mille obblighi sociali, mille relazioni, mille impegni, mille voci dalla coscienza. Queste 6000 cose costituiscono la nostra difesa, costituiscono quello che poi ci manca quando andiamo via, costituiscono quello che amiamo. I primi giorni mi sentivo in campo aperto, esposto al fuoco del "nemico"(=il mondo). Scoperto che ebbi che il "nemico" usa armi caricate a salve, ho iniziato a pensare che se era vero che il mio esercito di affetti era sparito, era altrettanto vero che ero l'ufficiale di grado piu' alto. La promozione non ha evitato sbalzi di umore giganteschi, passavo fisicamente e moralmente dal livello del mare di Santa Fe ai 4700 m di Pico Espejo. Al potere occorre abituarsi. E direi che mi ci sto abituando. Ho imparato a conoscere nuove persone molto piu' facilmente, fottendomene altamente di dire una cagata o di essere noioso. Ho imparato a bruciare le tappe con queste nuove conoscenze in modo da arrivare a parlare di intime questioni nel giro di un pomeriggio. Ho imparato a vivere da solo magari un paio di giorni, senza che questo turbi la sorta di equilibrio che ho raggiunto. Ho imparato a mas o menos comunicare in spagnolo. Ho imparato a fare le cose per il semplice motivo che mi va di farle e pazienza se sembrano illogiche, stupide, o non "fashion". Molto c'e' ancora da imparare. Appuntamento a tra un mese con il secondo checkpoint. Se mi andra' di farlo.
Hasta somos vicini