martes, mayo 09, 2006

Merida - 9/5/2006 - Ore 17.37 Dato che le mie giornate qua a Merida trascorrono mas o menos seguendo una certa routine, vi beccate un altro polpettone sul nostro amico Chavez. Non e' che voglia tormentarvi ma qua e' davvero l'argomento del giorno tutti i giorni. Dopo dieci minuti di conversazione di solito salta fuori per qualche motivo e ammetto che a volte lo tiro fuori io di proposito... La prima domanda che mi sono posto e': ma il nostro eroe e' amato dai suoi sudditi? La risposta e' si e no. Ed e molto facile prevedere se il tuo interlocutore sta dalla parte del si o del no. Semplificando forse troppo i poveri lo adorano, l'esigua classe media e l'impercettibile classe abbiente lo odiano. I meno fortunati hanno ricevuto molto dal nostro populista: soldi, scuole, qualche ospedale senza medici, a volte un lavoro; ed e' esattamente tutto cio' che potevano sperare che la vita gli riservasse: mangiare, curarsi, mandare a scuola i numerosi figli. La classe media diciamo di sinistra, pur apprezzando il suo semisocialismo, non riesce a mandar giu' i troppi buchi della democrazia chaveziana. Troppo stretti legami con Cuba, troppo lenti quelli con il resto del sud america filo americano. L'ultima mossa del presidente e' stata quella di uscire dalla CAN (Comunidad Andina de Naciones), una sorto di proto-unione politco-economica dei paesi andini. Tale scelta e' stata dettata dal fatto che il direttivo della CAN intendeva firmare un accordo con gli Stati Uniti. Chavez e' un po' cosi', se non gli sta bene una cosa, manda tutto affanculo, la via di mezzo non esiste. Il venezuela quindi rischia di isolarsi ancora di piu' accompagnato nel suo cammino dalla Bolivia (lo stato piu' povero del Sud America) e da Cuba. Non so che pensare. Da una parte mi sembra buona cosa la nazionalizzazione delle risorse (su tutte il petrolio) ma dall'altro lato avverto una certa tensione tra chi un lavoro ce l'ha e teme di perderlo alla prossima mossa di Chavez. La politica qua e' un gran casino. Altro che i bavagli di Bondi, le ossa di Fassino, o la pelata del nostro ex premier. A proposito del nano, c'e' un altra cosa che avrebbe potuto imparare dal re del venezuela. Il sistema della petizione. A meta' mandato presidenziale, il popolo ha il diritto di firmare una petizione, e se le firme superano il 50% nuove elezioni s'hanno da indire. Cosi' e' avvenuto qualche mese fa, a quanto pare la maggioranza della gente voleva cacciare l'imperatore. Cosi' non fu, in quanto le urne decretarono un enorme successo per il nostro. La gente sente puzza di bruciato ma poi si accorge che e' la nuova raffineria che gli hanno installato nel giardino nottetempo. La cosa migliore pero' e' tutta la gente che ha firmato la petizione e' stata registrata su i computer statali e questi ora non possono ottenere lavoro per il governo (e ovviamante per la PDV, la compagnia che ha il monopolio del petrolio), se lavoravano per lo stato ora non e' piu' cosi', non possono ricevere prestiti statali e tutta una serie di limitazioni che fanno del venezuela una delle patrie della liberta' di pensiero.
Hasta rasta