lunes, mayo 08, 2006

Merida - 8/5/2006 - Ore 19.10
...e infine ritorno' alla montagna... Mi e' sembrato di tornare a "casa". Arrivare in un posto del quale conosci le strade, conosci i locali, conosci il gestore dell'internet point sotto casa, conosci la gente della scuola, conosci i tuoi coinquilini. Le virgolette tra cui si trova la parola casa non stanno tanto a significare che questa non e' la mia vera casa. Piuttosto indicano il fatto che in una settimana in genere le cose non cambiano di molto a casa. Qui si. Analuz e Baas non ci sono piu', cosi' come altri che mi hanno accompagnato nelle prime due settimane. In cambio molta gente nuova e' approdata ai banchi dell'Iowa. In particolare vanno citati Rachel, canadese, 24 anni, studentessa di psicologia, in viaggio per i prossimi 4 mesi, e Rudy, svizzero, 50enne, in vacanza con la moglie e la loro barca a vela per il resto della vita. entrambi miei compagni di classe. Un paio di episodi mi hanno portato a trovare un abbozzo di risposta a una domanda che fin dal primo giorno qui mi frulla in testa: "ma la poverta', dove sta?". Potrei rispondere semplicemente che sta in ogni dove, essendo che colpisce i tre quarti della popolazione venezuelana. Ma sapete che mi piace dilungarmi, quindi beccatevi il polpettone. Il fatto stesso del sorgere della domanda indica che questa poverta' c'e' ma non si vede. E una prima risposta potrebbe indicare la strada delle "favelas" locali (barrios) e delle streminate campagne sprovviste della parola "servizi" nel vocabolario delle persone (si, sono proprio persone) che vi vivono. I Barrios sono dei non luoghi. Nessuno di quelli che incontri nei bar, o dei pub, o nei ristoranti o nella calle, c'e' mai stato o sa precisamente dove sono. Pero' ti raccomanda di non andarci. Si ha la sensazione che si voglia superare il problema poverta' semplicemente facendo finta che non esista, confinando la poverta' visibile in luoghi invisibili. La gente nelle strade sfoggia cellulari di ultima generazione, abiti estremamente occidentali ed estremamente "marcati", auto intammarrite di tutto punto, grossi impianti stereo e qualsivoglia diavoleria che puo' essere considerata uno status symbol. Proprio qui sta il trucco: tutta apparenza. Il Chavez nazionale ha un idea tutta sua della campagna elettorale, che a tratti ricorda qella di un nostro ex premier: comprarsi gli elettori. Milioni di petroldollari sono stati regalati agli strati piu' bassi della popolazione, altri milioni sono stati elargiti in prestiti quasi a fondo perduto e con interessi ridicoli, altri milioni ancora sono stati utilizzati per rendere il sistema scolastico gratuito ed efficente (per gli standard pre-Chavez). Ma non e' sempre domenica ed ora il nostro eroe sembra piu' intenzionato a trasferire grosse somme di petroldollari a Cuba (per Fidel) e alle Cayman (per se stesso). La gente non vuole credere che sia davvero finita la pacchia e non si preoccupa ne del fatto che i soldi per pagare i debiti non li ha, ne del fatto che vive al di sopra delle proprie possibilita'. Nei bancomat venezuelani si possono ritirare al massimo 76 euro per volta. Questo mi porta ad essere spesso nei pressi delle infernali macchinette. Ho perso il conto delle volte che ho sentito dire dalla gente con il foglietto del saldo contabile in mano "ci deve essere un errore" cosi' come ho perso il conto delle volte che sbirciando sul monitor davanti a me leggo la scritta "denaro insufficente per eseguire l'operazione". Mi permetto di sottolineare che il massimo prelievo consentito e' di 76 euro. Un altro conto di cui ho perso memoria riguarda le volte che sul menu di un ristorante, tra un arepa e l'altra, appare la scritta "Non si accettano carte di credito con meno di 5000 bolivares". 5000 bolivares sono due euro scarsi. Il dramma di questo popolo e' che si e' ritrovato nella poco inviadiabile situazione di passare da essere una nelle nazioni piu' benestanti d'America, a una tra le piu' povere. Dieci anni fa circa 4 bolivares compravano un dollaro. I prezzi dei beni erano piu' alti che in Europa e ed era abitudine diffusa andare a fare shopping a Miami, dove tutto costava la meta'. Ora per comprare un dollaro ci vogliono 2500 bolivares. Immaginatevi cosa accade ai risparmi di una vita: carta straccia. Aggiunge l'impossibilita' per un venezuelano di acquistare valuta straniera ed ecco che Miami per le nuove generazioni e' un concetto confinato in uno schermo televisivo.Hasta la victoria