miércoles, junio 28, 2006

Praia do Pipa - 28/06/2006 - Ore 18.35 Passare da malato reale a malato immaginario e' molto facile. E negli ultimi giorni ho riscontrato tutti i sintomi di malaria, colera, rabbia, febbre gialla, tifo, lectospirosi, salmonellosi, epatite a, b, c, peste e, sebbene in forma attenuata, tubercolosi. Dai tempi dell'ultimo post le mie condizioni di salute sono precipitate, fortunatamente in mare e ancora piu' fortunatamente ho avuto il tempo di infilarmi il giubbetto salvavita posizionato sotto il sedile, prima dell'impatto. Due giorni di incontri ravvicinati (non so di che tipo, ma uno dei piu' ravvicinati) con la tazza del cesso (scusate la foto) e di pochi contatti con il genere umano. Infastidito da tutto e da tutti ho evitato scrupolosamente qualunque essere vivente. Voglia di stare con me stesso, di godermi il mal di pancia fisico e psichico, di provare nostalgia per cio' che c'e' dall'altra parte dell'oceano, di sentirmi uno straccio e di lamentarmi. Voglia di trovare un teletrasporto che mi catapulti tra le mura della mia citta' e che mi prometta di riportarmi indietro tra qualche giorno. Ma ben presto sono arrivato alla conclusione che quest'ultima ipotesi e' poco realistica, quindi sono andato in spiaggia, da solo in una spiaggia deserta, a godermi le turbe di cui sopra e la bellezza di questo posto. La terapia combinata natura-antibiotico ha funzionato. Lo stomaco ha smesso di bruciare, i rutti sono tornati nei ranghi e la tazza del cesso non mi si presenta davanti da un po'. Mi sento debole, ma il morale sta riguadagnando posizioni il che fa presagire un rapido ritorno agli antichi splendori.
Hasta la resurecion