lunes, mayo 22, 2006


Puerto Colombia - 22/05/2006 - Ore 17.40 Sono stato "svegliato" da Stephan che mi chiedeva da accendere, dopo un silenzio di minuti o ore, non so. Subito la nostalgia di una sigaretta, quella voglia che hai dopo aver litigato con qualcuno. Stephan mi ha involontariamente svegliato da una specie di trance in cui ero caduto, totalmente immerso in una sorta di svarione non causato da alcuna droga, posto che questo viaggio non lo stia diventando. Mi sono ritrovato a "navigare" tra vari punti fermi della mia vita, a scoprire le connessioni tra questi e a sollecitare quelli che piu' mi facevano male. Una sensazione strana, come se cercassi di farmi del male e visto che non ci riuscivo andavo oltre cercando di "aizzare" la folla di sassolini nelle mie scarpe. La conclusione a cui sono arrivato e' che togliermi tali sassi da sotto i piedi in primo luogo non e' possibile e inoltre non sarebbe nemmeno giusto; li sto levigando e continuero' a farlo finche' non avvertiro' piu' la loro presenza e saranno confinati in quel piccolo spazio che separa l'odio e l'amore trasformandosi in ricordi, esperienze, cicatrici. Mi sono ritrovato dall'altra parte del mondo che quasi non riuscivo a camminare tanti ne avevo accomulati, abituato a non andare davvero a fondo delle cose, a lasciarle scorrere non appena si infilavano in una cucitura delle scarpe, ma pronte a ritornare sotto la pianta al prossimo kilometro. Questo viaggio e' forse stata l'inconscia presa di coscienza che ovunque voglia andare necessitero' di camminare senza che le estremita' di dolgano eccessivamente. Credo di essere sulla buona strada o per lo meno ha smesso di terrorizzarmi l'idea di richiamare alla mente cio' che mi rattrista, in modo da poterlo affrontare in campo aperto avendo dalla mia parte le palme, la sabbia, le onde. Quelli tra di voi che hanno pensato che ho preso troppo sole o che sto impazzendo potrebbero aver ragione, e se cosi' fosse, evviva l'insolazione evviva la pazzia.
Hasta todo