miércoles, julio 19, 2006


La Paz - 19/07/2006 - Ore 18.32
Gia' mi immagino le bestemmie che usciranno dalla mia bocca quando dovro' lasciare la Bolivia. Nel bus tra Santa Cruz e La Pace la compagnia gestrice del servizio ha regalato ai suoi clienti l'emozione di uno stupendo film con Jackie Chan e il socio suo di cui non mi ricordo mai il nome (i film di Jackie Chan sono i piu' popolari negli autobus sudamericani...). Ebbene il socio di Jackie era il classico playboy che ogni nuova donna che incontra dice che e' l'amore della sua vita. Ecco un po' mi sento cosi', ma vi giuro che della Bolivia mi ci sono davvero innamorato. Dopo la giornata shopping di ieri in cui sono stato salvato solo dal fatto che ho finito i soldi e non avevo il bancomat dietro, oggi giornata in taxi. Drew (Gringo original, temporaneo compagno di viaggio dai tempi di Santa Cruz...) Stefan (il solito scioppino) ed io alla buon ora delle 13 ovvero quando siamo riusciti a compiere le estenuanti attivita' di sveglia, indugio a fianco della doccia con acqua fredda e pronuncia della usuale bugia "magari domani..." e colazione, dicevo alla buon ora delle 13 decidiamo per un taxi direzione Valle della Luna. Si ferma al nostro cenno quello che si rivelera' essere Marco. Questi ci conduce lungo la spina dorsale della citta', ovvero la grande arteria che percorre il fondo della vallata in cui e' cresciuta La Paz, fino a lasciarci quest'ultima alle spalle. Il paesaggio diventa improvvisamente montano, ma montano di brutto. Il cielo e' sempre del colore dell'ultimo post ovvero blu, ma blu di brutto. La strada che sale decisa verso il nostro destino ci culla come farebbe un martello pneumatico. Valle della Luna. Marco il Saggio decide di aspettare all'uscita la sua gallina dalle uova ripiene di dollari mentre la suddetta gallina si inoltra in questo strano paesaggio giallo. Rocce appuntite che sembrano voler mantenere la loro individualita' spuntano da ogni dove, ogni tanto uno strano cactus e all'improvviso, una figura con tanto di poncho e flauto, dall'alto di una delle rocce, intona una melodia per tutti i presenti, ovvero le tre gallinelle di cui sopra, qualche insetto e le onnipresenti rocce (e forse un altro turista ma non siamo sicuri). Da piangere. Marco il Conduttore decide poi che dobbiamo vedere la citta' dall'alto. E che per fare cio' dobbiamo percorrere la strada che passa dal piccolo villaggio dove e' nato. Varie domande: perche' qualcuno, centinaia di anni fa, ha deciso di fermarsi qui a fondare il suo villaggio, a 4000 metri e fuori da ogni dove? Credo che la risposta sia molto semplice: perche' e' stupendo. Il cielo sembra schiacciare la terra e questa sembra spalmarsi all'infinito regalando una sensazione appunto di infinito. Probabilmente inutile cercare le parole o loe foto per portarvi del tutto qua con me.La Paz dall'alto e' semplicemente incommentabile. I vulcani la circondano e sembrano proteggerla con la loro maestosa potenza. Il cielo sembra essere ancora piu' vicino. Il silenzio fa si che si veda il delirio di suoni che e' La Paz senza sentirlo. Un bimbo appare alle nostre spalle mostrandoci la macchinina di legno che lui stesso ha costruito. Il vento ci secca le labbra e gela le mani. Un maiale decide che e' giunta l'ora della sua passeggiata quotidiana. E La Paz sta sempre la'. Bellissima.
Hasta La Pace siempre